ProPolis nei media

La città che vogliamo

Da Ivan Cortinovis per ACLI

Propolis è un’associazione di promozione sociale che opera nella zona nord-est del Comune di Bergamo. Ama definirsi un laboratorio di idee. In questi anni abbiamo cercato di prenderci cura dei beni comuni del nostro territorio, sia di quelli materiali che di quelli immateriali e abbiamo continuato a considerarli “comuni”, non nostri.

Questo perché per noi lavorare in rete con tutte le altre realtà del territorio non è solo un mezzo per raggiungere obiettivi, ma anche un valore che ci arricchisce, pur nelle fatiche delle relazioni. Una città e un quartiere sono fatti dalle relazioni che in essi si intessono.

Lavorare con enti, istituzioni, servizi comunali per noi è importante perché ci sentiamo responsabili (per la nostra parte) nel costruire percorsi che rispondano a bisogni delle persone al pari di altri. Un contesto di relazioni di fiducia e di coesione sociale è, nella nostra esperienza, l’humus indispensabile per abitare un territorio con serenità, dove ogni persona si sente meno sola e fragile se si cerca di affrontare assieme i problemi che di volta in volta si presentano, valorizzando saperi e conoscenze di ognuno.

Proprio perché nella nostra esperienza, se ognuno fa la propria parte e gioca fino in fondo il proprio ruolo, i risultati non mancano, ci piacerebbe che l’amministrazione comunale della città fosse più coerente e consapevole del suo ruolo, più flessibile nell’operare assieme alle associazioni di cittadini.

Nella città che vogliamo l’amministrazione comunale con i tanti servizi decentrati di cui dispone, si impegna a farli incontrare, a farli collaborare tra loro, a farli entrare nei processi della vita quotidiana di quartiere. La direttiva di un servizio dovrebbe far capo ad una mission territoriale (condivisa con altri servizi) e non a mission settoriali di assessorato. In questo modo la collaborazione con la cittadinanza attiva, le associazioni e gli enti presenti sul territorio avrebbe un impatto notevole.

Ogni attività ha un rischio e questo dovrebbe essere condiviso tra tutti quelli che operano in un territorio, l’amministrazione comunale non può semplicemente usare i regolamenti per scaricare i rischi e le responsabilità su altri. Facilitare processi di coesione sociale significa anche dotarsi di regolamenti semplici, procedure trasparenti e certe, personale preparato che sappia leggere le differenze tra profit e no profit e tra eventi cittadini ed eventi locali e sappia adattare lo spirito del regolamento alla situazione contingente, leggendone il bisogno e valutandone i rischi reali. Si pensi semplicemente a cosa comporta organizzativamente la proiezione di un film all’aperto in estate in un quartiere a Bergamo. Provate a cimentarvi in questo arduo percorso e toccherete con mano quanto abbiamo appena detto.

Facilitare processi di coesione sociale significa anche attivare azioni concrete di commercio di vicinato che non favoriscano sempre la costruzione di supermercati, per scoprire poi che non esistono negozi di quartiere e osservare poi che il quartiere non è presidiato e quindi installare le telecamere come risposta. Ci piacerebbe una visione complessiva della città dentro ai quartieri, capace di sviluppare il commercio sociale e utile, oltre che solo profittevole, coniugandolo con la mission di altri servizi comunali.

Faremo tre esempi di progetti che abbiamo seguito nel corso degli ultimi anni che ben evidenziano la partecipazione attiva dei cittadini nella vita del quartiere e quantificano il valore di esperienze di partecipazione: gli Orti collettivi, la Casa del Quartiere, la piazza.

Gli orti collettivi del Quintino esistono da 5 anni e sono un bene comune su spazio pubblico, in quanto luogo di coltivazione e per l’alimentazione nel rispetto della terra, nel risparmio dell’acqua e sono anche un bene relazionale in quanto pongono 30 famiglie in relazione tra loro e in relazione aperta con le scuole e con tutto il quartiere. Non è solo agricoltura, è opportunità di crescita civile.

Allo stesso modo la Casa del Quartiere è un bene comune in quanto spazio pubblico aperto e bene relazionale perché accogliendo realtà differenti mette in relazione positiva le persone che abitano nello stesso vicinato. La gestione partecipata Comune/Associazioni, nonché la differenziazione delle attività e dei gruppi che frequentano la Casa del Quartiere (la banda, i genitori di ragazzi omosessuali, le famiglie che si ritrovano per giocare, i corsi di italiano per stranieri, …) permette di aprire lo spazio pubblico a un numero di persone esteso e aziona i singoli a sentirsi partecipi nella gestione dello spazio pubblico.

Piazza Pacati è un’agorà fatta di ombra, sedute e acqua potabile, nel cuore delle case popolari. In essa, con altre associazioni operiamo per generare economia di relazione: mercato agricolo e locale bio al sabato mattina, mercato dell’usato trimestrale, cene interreligiose e cene a basso impatto ambientale. Queste azioni sostituiscono in parte la scarsità di esercizi commerciali di vicinato, reinterpretando lo spazio pubblico come luogo di sviluppo di economie sociali e solidali.

Anche in questi 3 esempi ci piacerebbe avere una amministrazione comunale che faciliti i processi.

Bergamo, 27 Aprile 2023


La Caccia al rifiuto – sabato 18 marzo 2023


Monterosso e le tante iniziative del nostro quartiere nella stampa

Bergamo e Brescia sono Capitale italiane della Cultura 2023.

Ma cos’è in realtà la cultura? Oltre al Teatro Donizetti, all’Accademia Carrara, ai vicoli tortuosi di Città Alta, a Bergamo Scienza e molto altro ancora, cosa ci fa la cultura?

Ma se questa è cultura che si esprime in un territorio e lo contraddistingue, a chi appartiene veramente? A quale cultura della mia città appartengo, che voglio condividere con Brescia e poi con l’Italia intera?
Ogni giorno il lavoro ci porta fuori e dentro la città e quando torniamo a casa nel quartiere, trascorriamo del tempo insieme agli altri, col vicinato. Ci piacciono le cose che accadono, vedere i vicini che si danno da fare e così ci sentiamo parte della città, quella che ora vogliamo raccontare.

Qui viviamo la cultura proprio fuori dalla porta di casa. Propolis sostiene e realizza una serie di iniziative con e per la popolazione di Monterosso e non solo. Si dice ‘Fate qualcosa e parlatene!’ – Allora, parliamone!

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