Nel mese di settembre 2021, alcune associazioni, gruppi informali di cittadini e istituzioni operative nei quartieri della zona nordest di Bergamo, su stimolo dell’operatore comunale incaricato per il progetto foodtrail, hanno analizzato la possibilità di coordinarsi in rete, per intraprendere azioni per ridurre l’impatto ambientale del cibo, nella vita di vicinato.
A tal fine hanno individuato 4 obiettivi collettivi:
Promuovere la filiera corta del cibo
Promuovere il cibo vegetale
Promuovere il cibo come fattore di coesione sociale
Ridurre l’uso delle plastiche negli imballaggi alimentari.
Food Policy di Quartiere : come
Le realtà interessate, a partire dal mese di ottobre 2021, si incontrano mensilmente per individuare e condividere le azioni collettive da mettere in campo, senza finalità di lucro, insieme o singolarmente, per raggiungere i 4 obiettivi. Gli incontri sono aperti a tutte le realtà operanti nella zona che vogliono condividere azioni chiare, semplici, rapide, precise e innovative.
Scopo del presente documento è tenere traccia di queste nuove azioni, descrivendone obiettivi e modalità di realizzazione.
Il sabato 19 febbraio si poteva partecipare a una nuova azione del ProPolis – col obiettivo di rinforzare il ruolo dei negozi di vicinato nella vita sociale del quartiere ponendoli in sinergia col mercato agricolo e vuole ridurre la produzione di CO2 della filiera alimentare.
L’idea era di offrire il pane fatto con la farina tipo 1 (ricca di fibre) del frumento di Azzano e Martinengo – quindi a chilometro zero, con filiera tracciata da ASPAN. Quindi riduce il consumo di carburante per il trasporto sia di frumento e sia di farina e soprattutto si sa da dove viene. Il pane veniva sfornato da Mervin, il fornaio di piazza Pacati, e era in vendita al mercato agricolo.
E così gli ultimi sacchi erano già stati venduti alle 12 del mattino – 50 kg sfornati in tutto! Vorremmo ringraziare i residenti del quartiere che hanno contribuito a rendere questa piccola campagna un successo.
“Buongiorno a tutti. Saluto le autorità e i cittadini presenti. Come sapete il 27 gennaio è stato proclamato, per legge della Repubblica italiana, “Giorno della Memoria”, con lo scopo di ricordare lo sterminio degli ebrei avvenuto negli anni Trenta e Quaranta del Novecento e in particolare la fine della Shoah. La data è infatti quella in cui, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa entrarono ad Auschwitz e il campo di concentramento si mostrò agli occhi del mondo con il suo carico di orrori e violenza.” Cosi il sindaco Giorgio Gori inizia il suo discorso il Giorno della Memoria, la giornata che commemora le vittime della Shoah e delle atrocità dei campi di sterminio.
Accanto alle cerimonie commemorative e alle iniziative culturali, l’appuntamento forse più rilevante è quello vede la città di Bergamo proseguire la sua partecipazione al progetto internazionale delle Pietre d’Inciampo. Una Pietra d’Inciampo è un sampietrino, come i tanti che pavimentano le strade della nostra città, un lato del quale è ricoperto da una lastra di ottone, realizzata e incisa a mano del artista Gunter Demnig. La pietra è un pezzo dell’opera d’arte diffusa, costituita da centinaia di pietre di inciampo installate in tutta Europa in questi giorni. Da allora Gustav Demnig ha collocato 70mila pietre in tutta Europa. In Italia le prime 30 vennero posate il 27 gennaio del 2010 e oggi se ne contano diverse centinaia in tutto il paese.
In occasione del “Giorno della memoria”, anche nel parco del Quintino, davanti agli orti collettivi, il Comune di Bergamo ha posato una delle sei pietre di inciampo cittadine, insieme a ISREC, ANED e agli allievi e allieve della scuola privata Svizzera e dell’IC Camozzi. Tanti i cittadini presenti, inclusi molti ortolani, genitori degli allievi, insegnanti e dirigenti scolastici, l’assessora al verde Marzia Marchesi e il presidente del Consiglio Comunale Ferruccio Rota. La pietra, dedicata a Teresa Savio e posta innanzi all’ingresso degli orti collettivi, ricorda una donna nata a Valtesse nel 1913.
Durante la Seconda guerra mondiale, alle porte di Bergamo era attivo il campo per prigionieri n. 62, più noto come campo della Grumellina. Dopo l’8 settembre 1943 il campo è abbandonato dalle guardie fasciste e all’ingresso dei nazisti a Bergamo gli ex prigionieri fuggiti sono ricercati per essere deportati nei Lager in Germania e alla popolazione è intimata la loro consegna. All’epoca Teresa Savio è una donna di trent’anni, prima figlia di Antonio e Rosa Scarpellini, sorella maggiore dei due gemelli Marco e Angelo e dal 1931 lavorava come domestica presso la famiglia Curti. Insieme alla farmacista Lydia Curti, si impegna nell’aiuto ai prigionieri in fuga. Il 2 dicembre 1943 le due donne sono arrestate e il 29 condannate dal Tribunale militare germanico. Portate al carcere di Monaco, il 26 febbraio 1944 sono inviate a Hagenau. Costrette a lavorare per l’industria tedesca, sono trasferite a Ebersbach. Qui rivedono la libertà il 22 aprile 1945, ma Teresa, ferita in un incidente stradale, muore all’ospedale di Göppingen il 27 maggio 1945, mentre la Curti riuscì a tornare a Bergamo.
Abbiamo provato a vedere quante delle nostre azioni vanno nella stessa direzione dei 17 obiettivi di Agenda 2030 e abbiamo scoperto che sono parecchie. Le abbiamo racchiuse in questo schema che mostra – per ciascun progetto – quali obiettivi di sostenibilità persegue.
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