Natura e città
Introduzione
Fino a qualche decennio fa la città era ben delimitata nei suoi confini e lo spazio circostante ad essa o era natura, spazio poco trasformato dall’uomo, oppure era campagna, spazio agricolo, poco densamente abitato. Città e paesi erano ben separati tra di loro. Oggi, nel continuum di case, capannoni, spazi commerciali che collega le città coi paesi limitrofi, risulta importante identificare lo spazio natura come un pezzo di città, parte integrante della stessa, in grado di qualificarla, di renderla unica e di modificare il rapporto tra i cittadini e la loro città. Le aree naturali qui intese sono boschi, laghi, fiumi, aree protette, acquitrini sufficientemente grandi presenti dentro le città e accessibili agli uomini. In esse si innescano processi naturali come nascita, morte, riproduzione di piante ed animali con il minimo intervento umano. I parchi giochi per bambini, dotati di verde e altalene, i giardini storici con vasca per cigni e pesci rossi, i viali alberati con le panchine all’ombra, gli orti botanici, non sono considerati in questo documento natura in quanto in essi la mano dell’uomo è ben visibile.
Anche nel contesto della megalopoli del nord Italia è necessario pensare la città composta da case, strade, scuole, uffici, parchi giochi, campi sportivi, piste ciclabili ma anche di aree naturali dove la presenza dell’uomo è minima e in cui i cittadini possono immergersi, pescare, fare bird‐watching, raccogliere castagne o asparagi selvatici.
Mantova ad esempio è una città di 48 mila abitanti circondata da una provincia di 411 mila. La presenza dei laghetti del fiume Mincio che la circondano, in parte opera dell’uomo, influenza non poco la vita dei suoi abitanti. Oltre alla possibilità di goderne della vista, è possibile trascorrere tempo sugli argini del fiume e sulle rive dei laghetti, tra la fauna avicola, pescare, prendere il sole.
Cremona ha 72 mila abitanti circondata da una provincia di 361 mila. La presenza del fiume Po influenza la vita dei suoi abitanti che, appena fuori dal centro, possono immergersi nel paesaggio fluviale circondato da campi coltivati, prendere il fresco sugli argini, muoversi in bicicletta.
Parma ha 190 mila abitanti circondata da una provincia di 437 mila. E’ presente il fiume omonimo, ben incanalato e visibile dentro la città. Gli abitanti possono goderne della vista ma interagire con esso non è così semplice. Pur essendo proprio dentro la città, non offre ‐ come il Po a Cremona ‐ un rapporto così intenso con la natura.
La natura nella città di Bergamo
Bergamo ha 120 mila abitanti con una provincia di oltre un milione. E’ una città con due aree naturali protette, il bosco dei colli ‐ racchiuso tra le case della città e quelle dei comuni limitrofi ‐ e il bosco della Maresana, posto al confine del comune, all’imbocco delle valli, collegato col sistema boschivo delle prealpi Orobie. Il bosco della Maresana mette in comunicazione flora e fauna proveniente dalle valli e è un corridoio biologico verso le montagne: si prenda ad esempio il sempre più frequente avvistamento in questi ultimi anni di scoiattoli e caprioli tra le case dei quartieri di Monterosso e Valtesse, dove inizia il bosco della Maresana. Questa duplice presenza di area naturale (racchiusa dentro l’abitato e di collegamento tra l’abitato e una più vasta estensione naturale) ben esemplifica la relazione che si può instaurare tra cittadini e spazi naturali protetti.
E’ facile percepire quanto il bosco porti aria fresca ai quartieri con cui confina e non renda necessario l’utilizzo dei condizionatori d’aria in estate in quando è un condizionatore naturale. In aggiunta scambia ossigeno con lo spazio abitato e ne assorbe l’anidride carbonica, svolgendo a ridosso delle case la più importante funzione per l’uomo. Camminare per i sentieri nei boschi offre inoltre appena fuori casa un importante accesso al desiderio di evasione dal cemento e dal traffico. Le scuole possono osservare la biodiversità, il mutare delle stagioni, nascita, crescita e morte della natura. La possibilità di immergersi in bicicletta dentro il bosco della greenway di Valtesse fino alla Valmarina, laddove colta, aggiunge valore anche all’offerta turistica della città, che completa la visita storico‐artistica. Il turista può infatti entrare in diretto contatto con la natura senza doversi troppo allontanare dall’abitato.
Questi boschi non sono dunque una non città, uno spazio in attesa, ma sono parte della città dove i cittadini possono ‐ a due passi da casa ‐ entrare in contatto con la natura.
Il ruolo del Comune
Al Comune spetta la responsabilità di concepire il bosco come polis, bene comune della città, e di offrire a cittadini, turisti e persone di passaggio le occasioni di immersione nella natura della città e di stimolo alla protezione e alla cura. Le possibilità sono davvero tante, partendo dalla possibilità di cooperazioni tra Comune, Parco dei Colli, Musei, Orto botanico: dall’offerta di visite guidate alle scuole fino a progetti di adozione di porzioni di bosco per le scuole situate in prossimità dello stesso. Dalla cura delle acque dei due torrenti Morla e Tremana che lo attraversano ‐ realizzata con la collaborazione di associazioni di cittadini ‐ fino alla creazione di una rete di percorsi pedonali e ciclabili a basso impatto, partendo da quelli già esistenti. Ad esempio dando origine a percorsi ciclabili ad anello oppure difendendo e salvaguardando i sentieri da una visione privatistica. Informazione, incremento del numero degli accessi, monitoraggio, partnership con gruppi di cittadini sono gli approcci che portano a una coscienza della presenza del bosco dentro la città e a una sua “presa in carico” da parte di tutti.
28.09.13 Paolo Crippa